Fotografare la fauna selvatica è un’attività che amo perché combina la mia passione per la natura con l’arte della fotografia.
In questa guida ti accompagnerò passo dopo passo, dallo studio degli animali alla scelta dell’attrezzatura e alle tecniche di scatto, per imparare a fotografare gli animali selvatici rispettandoli.

Studio dell’animale
Studiare l’animale che si desidera fotografare è fondamentale.
Ti consiglio di definire una specie target e dedicare tempo per comprenderlo a fondo.
La scelta della specie può essere guidata da una tua preferenza, dalla disponibilità della specie nell’area in cui vivi o dal progetto fotografico che vuoi realizzare.

Una volta individuato l’animale è essenziale studiarne il comportamento.
Questo include comprendere le sue routine quotidiane:
- Dove è presente?
- A che ora è più attivo?
- Dove cerca cibo?
- Quali sono i suoi percorsi abituali?
Per esempio, se vuoi fotografare il martin pescatore devi sapere che preferisce posatoi lungo corsi d’acqua pulita e che è più attivo al mattino presto, così potrai posizionarti nel posto giusto al momento giusto.
Approfondire le abitudini alimentari rivela non solo cosa mangia l’animale ma anche dove e come lo fa, in questo modo potremo farci trovare pronti per fotografarlo.
Studia anche i modelli di movimento: come si sposta nel suo ambiente (corre, vola, salta, si arrampica…), se è solitario o se vive in gruppo, è fondamentale per prevederne gli spostamenti.
Le interazioni sociali come le dinamiche all’interno di un branco o le comunicazioni tra individui, possono offrire momenti fotografici unici e significativi.
Infine comprendere il comportamento riproduttivo (periodi di accoppiamento, la costruzione del nido o della tana, la cura dei piccoli) apre a tante opportunità fotografiche.
Habitat
Parallelamente allo studio del comportamento è indispensabile conoscere l’habitat in cui l’animale vive.
Il tipo di ambiente influenza l’aspetto dell’animale (ad esempio, il colore del mantello per mimetizzarsi) e il suo comportamento (ad esempio le strategie di caccia in un bosco rispetto a una prateria).
Comprendere le caratteristiche dell’habitat in cui vive, come la vegetazione prevalente, la presenza di fonti d’acqua, la topografia del terreno, aiuta a individuare i luoghi più probabili di avvistamento.
Etica e rispetto
L’etica nella fotografia naturalistica è un aspetto assolutamente prioritario, che va ben oltre il semplice rispetto delle regole.
Non disturbare gli animali significa evitare qualsiasi azione che possa causare stress, paura o alterare il comportamento naturale della fauna.
Ciò include non avvicinarsi eccessivamente a nidi di uccelli, tane di mammiferi o aree di riproduzione, come le garzaie o le zone umide frequentate dagli anfibi durante la stagione degli amori.
È importante imparare a riconoscere i segnali di stress negli animali (ad esempio, vocalizzazioni di allarme, posture di difesa, interruzione dell’alimentazione) e allontanarsi immediatamente se si percepisce un disturbo.
Non utilizzare esche o manipolazioni per attirare gli animali.
Allo stesso modo l’utilizzo di richiami sonori artificiali per attirare gli uccelli può causare stress e interferire con le loro comunicazioni naturali, soprattutto durante la stagione riproduttiva.
Ruolo del fotografo naturalista
Ogni fotografo naturalista dovrebbe sentirsi un ambasciatore della natura.
Le immagini catturate possono avere un impatto potente sulla sensibilizzazione del pubblico riguardo all’importanza della conservazione e alla bellezza della Nastura.
Utilizzare le proprie fotografie per raccontare storie sulla fauna locale, per evidenziare le sfide che essa affronta (come la perdita di habitat, l’inquinamento o il bracconaggio), e per promuovere il rispetto e la protezione della biodiversità è un modo concreto per dare un contributo positivo.
Permessi e regole locali
Il rispetto delle normative non è solo un obbligo legale, ma rappresenta un atto di responsabilità fondamentale per la conservazione della fauna selvatica e dei suoi habitat.
Ignorare o trascurare queste disposizioni può portare a sanzioni pecuniarie, all’espulsione da determinate aree, e, cosa ancora più grave, a disturbare o mettere a rischio gli animali e il loro ambiente.
In Italia le informazioni relative a permessi e regole possono variare significativamente a seconda della località e del tipo di area naturale che si intende visitare.
Per quanto riguarda le aree protette, come i parchi nazionali, i parchi regionali, le riserve naturali statali e regionali, è fondamentale consultare i siti web ufficiali degli enti gestori.
Spesso questi siti forniscono informazioni dettagliate sulle regole specifiche in vigore, che possono riguardare l’accesso a determinate zone, i sentieri percorribili, i periodi dell’anno in cui alcune aree sono chiuse per proteggere la fauna durante la riproduzione, e le eventuali necessità di permessi per attività specifiche, inclusa la fotografia, soprattutto se a scopo commerciale o professionale.
In alcuni casi potrebbe essere necessario ottenere un’autorizzazione anche per la fotografia amatoriale in aree particolarmente sensibili.
È sempre consigliabile contattare direttamente gli uffici del parco o i centri visitatori per chiarire eventuali dubbi e ottenere informazioni aggiornate.
Anche al di fuori delle aree protette designate possono esistere regolamentazioni a livello comunale o regionale che riguardano l’accesso a determinate aree naturali, come boschi o zone umide di interesse locale.
Avvicinamento
Le tecniche di appostamento e stalking richiedono discrezione e rispetto per l’animale.
L’appostamento consiste nel trovare un luogo strategico con una buona visuale e attendere pazientemente che l’animale si avvicini.
L’utilizzo di un capanno mimetico o di un telo mimetico può aiutare a non farsi notare.
È importante rimanere silenziosi e immobili.
Lo stalking invece implica avvicinarsi all’animale lentamente e silenziosamente, sfruttando la copertura naturale offerta dalla vegetazione o dal terreno.
È fondamentale essere consapevoli della direzione del vento per evitare che il nostro odore allerti l’animale.
In entrambi i casi è cruciale conoscere i propri limiti e non spingersi troppo vicino, mettendo a rischio la propria sicurezza e disturbando l’animale.
Attrezzatura per fotografare gli animali
L’attrezzatura rappresenta un elemento fondamentale nella fotografia naturalistica, ecco alcuni consigli per sceglierla.
Fotocamera
La dimensione del sensore (APS-C o Full Frame) influisce significativamente sulla qualità dell’immagine, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione, dove un sensore più grande tende a produrre meno rumore digitale e offre una maggiore gamma dinamica.
I sensori APS-C, pur essendo più piccoli, presentano un “crop factor” che può essere vantaggioso quando si utilizzano teleobiettivi, in quanto aumentano la lunghezza focale effettiva, avvicinando ulteriormente soggetti distanti.
La risoluzione del sensore (misurata in megapixel) è importante per la quantità di dettagli che è possibile catturare e per la possibilità di effettuare ritagli significativi in post-produzione.
La velocità di scatto, espressa in fotogrammi al secondo (fps), è fondamentale per congelare il movimento di soggetti rapidi come uccelli in volo o animali che corrono.
Una fotocamera con un’alta velocità di scatto aumenta le probabilità di ottenere uno scatto nitido in sequenze di azione.
La capacità di gestire bene gli ISO elevati è un altro aspetto cruciale, poiché spesso ci si trova a fotografare in condizioni di luce non ottimali, come all’alba o al tramonto, e la possibilità di aumentare la sensibilità senza introdurre troppo rumore digitale è fondamentale.
Infine un sistema di autofocus veloce e preciso con diverse modalità di messa a fuoco (singola, continua, con tracciamento del soggetto) è essenziale per catturare soggetti in movimento con nitidezza.
Obiettivi
Gli obiettivi sono forse l’elemento più importante dell’attrezzatura per la fotografia naturalistica.
I teleobiettivi con lunghe focali (idealmente 400mm o superiori) sono indispensabili per fotografare gli animali selvatici da una distanza di sicurezza e per ottenere un ingrandimento sufficiente del soggetto.
Si può scegliere tra obiettivi zoom, che offrono maggiore versatilità in termini di inquadratura, e obiettivi fissi, che tendono ad avere una qualità ottica superiore, aperture più ampie e spesso sono più luminosi.
L’apertura massima dell’obiettivo (indicata dal numero f) determina la quantità di luce che può entrare nell’obiettivo e influenza la profondità di campo.
Aperture ampie (f/2.8, f/4, f/5.6) permettono di utilizzare tempi di scatto più rapidi in condizioni di scarsa luce e di ottenere un maggiore sfocato dello sfondo (bokeh), isolando il soggetto.
La presenza dello stabilizzatore d’immagine (indicato con IS per Canon, VR per Nikon e sigle simili per altri marchi) è fondamentale quando si utilizzano lunghe focali, in quanto aiuta a ridurre il micromosso causato dal tremolio della mano, consentendo di scattare a tempi di scatto più lenti senza compromettere la nitidezza.
Treppiede
Il treppiede è un accessorio fondamentale per garantire la stabilità della fotocamera, soprattutto quando si utilizzano teleobiettivi pesanti o si scatta a tempi di scatto lenti, come spesso accade all’alba o al tramonto.
È importante scegliere un treppiede robusto e stabile, in grado di supportare il peso della fotocamera e dell’obiettivo senza vibrazioni.
Esistono diversi tipi di teste per treppiedi, come le teste a sfera (versatili e adatte a diverse situazioni) e le teste a bilanciere (gimbal head), specificamente progettate per l’uso con teleobiettivi lunghi e pesanti, in quanto facilitano il movimento fluido e il bilanciamento dell’attrezzatura.
Accessori
Tra gli accessori utili troviamo le schede di memoria con una capacità sufficiente per contenere un elevato numero di scatti, preferibilmente veloci per non rallentare la raffica della fotocamera, soprattutto se si scatta in formato RAW.
Le batterie extra sono indispensabili, specialmente in condizioni di freddo, che tende a scaricarle più rapidamente.
Il paraluce protegge l’obiettivo dalla luce solare diretta, riducendo il rischio di flare e migliorando il contrasto, oltre a offrire una protezione fisica alla lente frontale contro le cadute.
Una copertura antipioggia è essenziale per proteggere l’attrezzatura in caso di maltempo improvviso.
Un buon binocolo permette di individuare gli animali da lontano senza disturbarli e di studiarne il comportamento prima di avvicinarsi (se possibile e consentito).
Uno zaino fotografico robusto e imbottito è fondamentale per trasportare l’attrezzatura in modo sicuro e confortevole, spesso dotato di scomparti modulabili per organizzare al meglio l’attrezzatura.
In alcuni casi può essere utile un moltiplicatore di focale (teleconverter) per estendere la portata del teleobiettivo, anche se ciò può comportare una leggera perdita di qualità dell’immagine e di luminosità.
Leggi la guida completa sull’attrezzatura ideale per la fotografia naturalistica
Abbigliamento
L’abbigliamento mimetico è un elemento spesso sottovalutato ma che può fare la differenza nell’avvicinamento agli animali senza spaventarli.
Indossare abiti con colori e fantasie che si fondono con l’ambiente circostante (verde, marrone, grigio, o anche bianco in ambienti innevati) aiuta a passare inosservati.
La scelta del materiale (traspirante, impermeabile, silenzioso) è importante in base alle condizioni climatiche e all’ambiente in cui si intende operare.
Leggi la guida completa sull’abbigliamento per la fotografia naturalistica
Tecniche di scatto
Approfondiamo ora le tecniche di scatto per fotografare gli animali selvatici.
Modalità di scatto
La Priorità di Diaframma (A o Av) è frequentemente preferita perché permette di controllare la profondità di campo, ovvero l’area dell’immagine che appare nitida.
Un’apertura ampia (valori f bassi come f/2.8, f/4, f/5.6) crea una profondità di campo ridotta, ideale per isolare il soggetto dallo sfondo e ottenere un piacevole effetto bokeh, molto utile per far risaltare un animale in un ambiente potenzialmente caotico.
Un’apertura più chiusa (valori f più alti come f/8, f/11) aumenta la profondità di campo, mantenendo nitidi sia il soggetto che una porzione più ampia dell’ambiente circostante, utile quando si vuole mostrare l’animale nel suo contesto.
La Priorità di Tempo (S o Tv) è fondamentale quando si desidera controllare la velocità dell’otturatore.
Tempi di scatto rapidi (ad esempio, 1/500s o superiori) sono necessari per congelare il movimento di soggetti veloci come uccelli in volo, scoiattoli che saltano o predatori in corsa.
ISO
L’ISO Automatico può essere molto utile in condizioni di luce variabili ma ti consiglio di impostare un limite massimo (es. 6400) per evitare che la fotocamera aumenti eccessivamente la sensibilità, introducendo troppo rumore digitale.
Autofocus
Per la modalità di messa a fuoco, AF-C (Nikon) o AI Servo (Canon) è la scelta migliore per i soggetti in movimento, in quanto la fotocamera continua a mettere a fuoco finché il pulsante di scatto è premuto a metà.
AF-S (Nikon) o One-Shot (Canon) è più adatto per soggetti statici.
La scelta dei punti di messa a fuoco è cruciale: spesso è preferibile utilizzare un singolo punto centrale o un piccolo gruppo di punti per una maggiore precisione, puntando idealmente sull’occhio dell’animale, che è il punto focale più importante in un ritratto naturalistico.
Tecniche avanzate come la messa a fuoco con il pulsante posteriore (back-button focus) possono offrire un controllo maggiore sul sistema di autofocus.
Esposizione
La misurazione dell’esposizione aiuta la fotocamera a determinare la corretta luminosità dell’immagine.
La misurazione valutativa o matrix è spesso una buona opzione per scene generali.
In situazioni di forte contrasto, come un animale scuro su uno sfondo innevato, potrebbe essere necessario utilizzare la misurazione spot per misurare la luce direttamente sul soggetto, o la misurazione ponderata al centro come compromesso.
Composizione
La regola dei terzi è un principio fondamentale: immaginare di dividere l’inquadratura con due linee orizzontali e due verticali equidistanti e posizionare il soggetto o i punti di interesse lungo queste linee o nelle loro intersezioni crea composizioni più equilibrate e dinamiche.
Le linee guida presenti nell’ambiente naturale, come sentieri che si snodano verso un cervo, un corso d’acqua che conduce a un uccello acquatico o una fila di alberi che incorniciano un orso, possono essere utilizzate per guidare l’occhio dello spettatore all’interno dell’immagine.
Presta attenzione allo sfondo: uno fondale pulito e sfocato aiuta a far risaltare l’animale.
Fotografare un animale al suo livello degli occhi crea un senso di intimità e connessione, mentre un’angolazione più bassa può farlo apparire più imponente.
Luce
L’utilizzo della luce naturale è fondamentale per creare fotografie evocative.
L’ora d’oro (alba e tramonto) offre una luce calda, morbida e dorata che esalta i colori e crea ombre lunghe e tridimensionali, ideale per ritratti naturalistici.
La luce diffusa di una giornata nuvolosa può essere altrettanto preziosa, in quanto elimina le ombre dure e mette in risalto i dettagli del pelo o del piumaggio.
Il controluce può creare effetti drammatici, come la silhouette di un animale al tramonto o un alone luminoso intorno al suo corpo.
In queste situazioni è importante fare attenzione all’esposizione per non sottoesporre il soggetto.
Raffica di scatto
Catturare il comportamento di un animale è spesso l’obiettivo più gratificante della fotografia naturalistica.
L’utilizzo della modalità di scatto continuo può essere determinante per catturare sequenze di movimento, come un uccello che spicca il volo o un animale che caccia.
Una tecnica utile è il pre-focusing: mettere a fuoco in anticipo un’area in cui si prevede che l’animale possa comparire, in modo da essere pronti a scattare non appena entra nell’inquadratura.
Località fotografiche in Italia
- Parco Nazionale del Gran Paradiso (Valle d’Aosta e Piemonte): Ideale per stambecchi e camosci.
- Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: Famoso per l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico.
- Parco Nazionale della Majella (Abruzzo): Offre ottime opportunità per fotografare lupi, cervi e rapaci.
- Parco Nazionale dello Stelvio: Ricco di cervi e caprioli.
- Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (Veneto): Paesaggi spettacolari e fauna alpina.
- Oasi WWF di Orbetello (Toscana): Importante zona umida per l’avifauna tra cui aironi,fenicotteri rosa, spatole, cavalieri d’Italia, anatre selvatiche.
- Delta del Po (Veneto ed Emilia-Romagna): Paradiso per i fotografi di uccelli acquatici come aironi, nitticore, garzette, cormorani, anatre, limicoli.
- Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: Opportunità per la fotografia di uccelli marini e paesaggi costieri.
- Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Campania): Ospita una varietà di fauna, inclusi il lupo e la lontra.
- Parco Nazionale dell’Asinara (Sardegna): Famoso per gli asini bianchi, mufloni e la fauna marina.
Post-Produzione
La post-produzione rappresenta la fase finale del processo fotografico, un momento per rifinire le immagini catturate sul campo.
La selezione delle immagini è il primo passo cruciale.
È importante essere critici e scegliere solo gli scatti migliori, quelli tecnicamente validi (nitidezza, esposizione, composizione) e che raccontano una storia o catturano un momento significativo del comportamento animale.
Le regolazioni di base mirano a ottimizzare l’aspetto naturale della fotografia.
La correzione dell’esposizione permette di bilanciare la luminosità complessiva dell’immagine, recuperando eventualmente dettagli nelle aree troppo chiare o troppo scure (luci e ombre).
La regolazione del contrasto aggiunge profondità e definizione.
La nitidezza viene applicata per esaltare i dettagli fini, come il pelo o le piume di un animale.
È importante applicarla con moderazione per evitare un effetto artificiale.
La riduzione del rumore digitale è necessaria soprattutto per le immagini scattate ad ISO elevati, ma anche in questo caso è bene non esagerare per non perdere dettagli importanti.
Il ritaglio può essere utilizzato per migliorare la composizione, eliminare elementi di disturbo ai bordi dell’inquadratura o enfatizzare il soggetto principale.
Queste modifiche mirano a migliorare l’aspetto naturale dell’immagine, avvicinandola a ciò che l’occhio umano ha percepito sulla scena.
Conclusioni
La fotografia naturalistica richiede lunghe attese e molti tentativi a vuoto, ma se saprai aspettare ti ricompenserà con ricordi indelebili.
Spero che questa guida ti sia stata d’aiuto per iniziare a fotografare gli animali selvatici, se hai dubbi o vuoi consigli puoi scrivermi in privato.
Buone foto!
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